Filtri speciali inseriti negli occhiali per aiutare i daltonici a distinguere i colori

daltonismo

Le persone daltoniche hanno difficoltà a riconoscere i colori principali, il rosso, il verde ed il blu, ed in rari casi queste potrebbero manifestare una cecità totale ai colori, chiamata acromatopsia. Una delle ultime novità in questo settore è rappresentata da nuovi filtri che potrebbero correggere il difetto del daltonismo in maniera duratura, anche in assenza di occhiali.

Uno studio condotto su 1700 studenti

Un recente studio in materia, pubblicato sulla rivista Current Biology, ha dimostrato che alcuni filtri speciali, una volta inseriti nelle lenti degli occhiali, avrebbero la capacità di correggere questo difetto e questo sarebbe ancora più certo per le persone daltoniche che non distinguono il rosso e il verde. Per eseguire questo studio, i ricercatori hanno selezionato 1.700 studenti universitari, tutti affetti da daltonismo e alla metà di questi studenti sono state messe a disposizione delle lenti che montano filtri "notch spettrali". Questi filtri hanno una funzione specifica, quella di incrementare la separazione tra i "canali di colore", in modo da vedere più chiaramente le varie tinte. Gli studenti appartenenti al secondo gruppo, hanno invece indossato degli occhiali senza filtro. Tutti gli studenti non sono stati informati di questa suddivisione e durante i 14 giorni di durata dell’esperimento hanno tenuto un diario delle loro attività giornaliere. Nel corso delle 2 settimane gli studenti hanno anche partecipato a 3 controlli durante i quali non portavano gli occhiali.

I risultati dello studio

Al termine del periodo di esperimento, i ricercatori hanno constatato che gli studenti che avevano indossato le lenti "speciali" hanno visto aumentare le loro risposte agli stimoli cromatici e che questo effetto dura anche successivamente, seppure questo tempo non sia quantificabile al momento. Un effetto che non si è invece verificato tra gli studenti con lenti "normali". I filtri montati sulle lenti avrebbero infatti stimolato un’area del cervello molto precisa e questo potrebbe avere come conseguenza la possibilità di una "riabilitazione visiva", anche se saranno necessari ulteriori esperimenti prima di poterlo certificare con sicurezza.