Cosa succede agli Occhi degli Astronauti nello spazio?

Cosa succede agli occhi degli astronauti nello spazio?

La vita nello spazio extraterrestre non è una passeggiata: sono necessari svariati mesi di esercizi fisici e psicologici atti ad abituare l'organismo dell'astronauta -e la sua psiche- allo sforzo enorme che dovrà sopportare a gravità zero.

I muscoli, sorprendentemente, devono lavorare in maniera eccelsa, ed i rischi non sono mai pari a zero. Un fenomeno piuttosto sconosciuto, ma che interessa moltissimi astronauti -solamente tra quelli di sesso maschile- è la progressiva perdita della vista.

Di cosa si tratta?

Un numero statisticamente rilevante di esseri umani che -per settimane, mesi oppure anni- hanno vissuto nello spazio, manifesta problematiche serie (e talvolta non recuperabili) a livello dell'apparato visivo. Sostanzialmente, gli occhi degli astronauti iniziano a soffrire di problemi bizzarri quali l'annebbiamento della vista, presbiopia, miopia; alcuni uomini hanno dichiarato di "vederci semplicemente di meno". Si tratta dunque di un fenomeno non trascurabile, al quale stanno lavorando diversi team di scienziati, fisici e medici, anche della NASA.

Gli esami oculistici effettuati mostrano particolari macchie -e talvolta degli strani rigonfiamenti- nella regione posteriore dei loro occhi.

Quali sono le cause?

Una delle prime ipotesi lanciate vedeva come colpevole la gravità, o meglio la sua assenza, condizione nella quale i liquidi corporei tendono a salire verso il cranio esercitando una pressione dannosa sul nervo ottico e sulla porzione posteriore del bulbo oculare.

Uno studio più recente ha reso nota del fatto che la progressiva perdita di funzione della vista sembra essere collegata (non dovuta) ad un fattore ematico, ovvero il livello di omocisteina nel sangue degli astronauti: questa condizione è presente anche nelle donne affette da PCOS. Questa teoria spiega perché nessuna astronauta donna ha subito perdite di vista: le donne affette da questa sindrome, infatti, sono escluse in partenza dai programmi spaziali.

Infine, alcuni medici hanno avanzato l'idea che un'eccessiva esposizione ai raggi ultravioletti (che nello spazio non sono filtrati dall'atmosfera) potrebbe comportare un danno alla retina, non sempre recuperabile una volta tornati sulla Terra.