Gli occhiali sono un accessorio indispensabile per chi soffre di problemi visivi e sono composti da una montatura che deve sostenere le lenti, realizzate con materiali diversi e che hanno un potere "diottrico" diverso. Ogni tipo di lente corregge un determinato difetto in base alla tipologia, alla curvatura e allo spessore. Scopriamo insieme il loro funzionamento.
Le diottrie, unità di misura del potere delle singole lenti
Il termine diottro indica una superficie che è capace di deviare la luce che la attraversa. Questo è anche il caso delle superfici curve delle lenti, con i raggi che incidono sulle lenti stesse e attraversandole emergono "deviati" e convergono su un punto che si trova in una posizione posteriore. Questo punto viene indicato come fuoco, e la distanza tra questo e la lente viene chiamata linea focale. La diottria è esattamente l’inverso della distanza focale e misura quindi la capacità di deviazione della lente.
Le tipologie di lenti
Le lenti possono essere "convergenti" quando hanno la capacità di far convergere verso un fuoco i raggi luminosi, e "divergenti" nel caso contrario. Quando le lenti sono di tipo convergente, convenzionalmente si antepone davanti al valore diottrico delle stesse il segno +, mentre per le lenti divergenti il segno anteposto è il -. In questo secondo caso le lenti sono adatte per la correzione della miopia. Quando le lenti hanno delle capacità divergenti oppure convergenti non in ogni punto ma solo su un asse, vengono definite lenti cilindriche, che sono utilizzate per correggere il difetto dell'astigmatismo.